A cosa serve la tiroide

Una ghiandola alla base del collo produce gli ormoni che definiscono il ‘ritmo’ dell’organismo accelerando o rallentando molti processi chiave della nostra vita. Ecco quando è necessario ristabilire l’equilibrio degli ormoni tiroidei.

A cosa serve la tiroide?

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla situata nel collo, alla base della gola. Come il timoniere nel canottaggio, la tiroide ‘batte il ritmo’ dell’organismo producendo tre ormoni FT3, FT4 e calcitonina che regolano:
  • il metabolismo dei grassi;
  • il metabolismo degli zuccheri;
  • l'equibrio metabolico delle ossa;
  • la sintesi delle proteine;
  • lo sviluppo della pelle e degli organi genitali;
  • il battito cardiaco;
  • la temperatura corporea;
  • la produzione di sangue.

Il 'ritmo della tiroide' può essere più lento del dovuto, in questo caso si parla di ipotiroidismo o più veloce (ipertiroidismo). [Clicca qui per sapere di più sull’ipertiroidismo, il gozzo e la malattia di Graves].

Cos'è l'ipotiroidismo?

Nell'ipotiroidismo la tiroide produce meno ormoni FT3 e FT4 del necessario o non ne produce del tutto. La causa più frequente di ipotiroidismo è una malattia autoimmune  la tiroidite di Hashimoto. [Per sapere di più sulla tiroidite di Hashimoto, soprattutto in età pediatrica, leggi qui].
Le difese immunitarie 'impazziscono' e distruggono la tiroide. Il processo può iniziare in qualunque momento della vita così come può aggravarsi dopo anni di apparente equilibrio. Una altra causa di ipotiroidismo è la carenza di iodio nell'alimentazione.
Anche le cure per l'ipertiroidismo (soprattutto quando viene somministrato iodio radioattivo) possono provocare ipotiroidismo anche dopo anni o decenni.


Sintomi e segni dell’ipotiroidismo

Nel giovane e nell’adulto l'ipotiroidismo è caratterizzato da un esordio lento e graduale. I sintomi principali che il paziente può avvertire sono:
  • la debolezza muscolare e il facile affaticamento
  • la temperatura corporea bassa (si diventa ‘freddolosi’)
  • la facile sonnolenza
  • la riduzione della memoria
  • l'umore instabile e una certa facilità alla depressione
  • l’aumento di peso
  • le mestruazioni irregolari
  • la stitichezza
  • frequenti crampi, anche a riposo
  • la riduzione della frequenza cardiaca
Si possono manifestare anche modifiche nell’aspetto: palpebre cadenti, gonfiore intorno agli occhi, capelli secchi radi e sottili, il viso gonfio, sopracciglia rade, palpebre gonfie, lingua ingrossata), la pelle, secca e fredda. Il battito è meno frequente e scarsa è la forza con cui il cuore spinge il sangue nelle arterie.

‘Avvertimenti’ da non sottovalutare

Come si vede si tratta nella maggior parte dei casi, di sintomi e segni non specifici. Soprattutto nella persona matura o anziana possono essere presenti solo in parte o manifestarsi lentamente. “D'altra parte, rimandare la diagnosi e la terapia sarebbe dannoso. L’ipotiroidismo infatti altera l’equilibrio dei grassi e aggrava il rischio cardiovascolare.
Esiste anche il rischio che i sintomi quando si manifestino in forma grave possano essere attribuiti a una demenza senile, a un ictus transitorio (TIA) o alla malattia di Parkinson.
Per ‘togliersi il dubbio’ basta un semplice esame del sangue: il dosaggio del TSH", ricorda il professor Giuseppe Chiumello, endocrinologo. “Se i valori sono nella norma allora si può escludere una patologia tiroidea, riservandosi di ripetere l'esame comunque ogni anno. Se sono alterati sarà opportuno un secondo esame: il dosaggio dell'FT4 che permette di capire se il problema nasce dall'ipofisi o dalla tiroide. A quel punto abbiamo una diagnosi che, una volta definita con altre indagini, permette di procedere con una terapia”. Nelle persone con ipotiroidismo, i livelli di TSH sono alti, perché l'ipofisi tenta in tutti i modi di stimolare la produzione di FT3 e FT4, da parte della tiroide.
Un ruolo fondamentale è rappresentato dall’ ecografia, esame semplice e non invasivo.
Anche in assenza di sintomi, chi ha ricevuto una diagnosi per qualsiasi malattia autoimmune farebbe bene a controllare periodicamente, ad esempio ogni 5 anni i livelli degli ormoni tiroidei.

Sovrapposizione con altre terapie

La terapia è priva di effetti collaterali. Non c’è mai una ragione per interromperla. Dopo alcuni anni per il paziente ‘prendere la Tiroxina’ ogni mattina diventa un gesto così abituale che ci si dimentica di riferirlo ai medici, ai medici di Pronto Soccorso, agli anestesisti in vista di un intervento. Invece è importante perché molte terapie di lungo termine relativamente comuni contrastano l’effetto della terapia sostitutiva o viceversa possano esserne influenzati. Ad esempio terapie con androgeni o estrogeni, come gli anticoncezionali). Anche alcuni farmaci anti convulsivanti possono incidere sugli ormoni tiroidei.

Un check-up mirato dopo la diagnosi

La tiroidite di Hashimoto fa parte di una 'famiglia' di malattie autoimmuni. Chi soffre di tiroidite ha quindi una maggiore probabilità di sviluppare o di aver sviluppato altre malattie di questo tipo come morbo di Addison (insufficienza surrenalica), diabete di tipo 1, celiachia, ipoparatiroidismo, vitiligine, psoriasi, alopecia, anemia perniciosa per citare le meno rare.
È quindi opportuno far seguire alla diagnosi di tiroidite autoimmune una attenta anamnesi e una valutazione generale. Alcune di queste malattie possono infatti sussistere da anni o da sempre senza essere state diagnosticate né curate.