Curare le conseguenze a lungo termine del doping
Bisogna evitare assolutamente il doping, ma quando ci si rende conto dei danni che il doping ha apportato al proprio organismo è necessario rivolgersi a uno Specialista sperando di ridurre le conseguenze e prevenire i rischi a medio e lungo termine.
Sappiamo tutti cosa è il 'doping'. Purtroppo l'utilizzo inappropriato di farmaci per migliorare le prestazioni sportive è molto diffuso anche nello sport amatoriale. Probabilmente in Italia si contano a decine di migliaia i giovani e gli adulti che, aiutati dalla sciagurata disponibilità on line di farmaci senza prescrizione, assumono in modo sconsiderato diversi tipi di sostanze con conseguenze a medio e lungo termine anche gravi.
La gestione del 'dopo-doping'
Nessun serio professionista aiuterà lo 'sportivo' (le virgolette sono d'obbligo perché il doping è il contrario dello sport) 'mentre' si dopa. L'endocrinologo è chiamato a risolvere i danni provocati da queste sostanze, anche molti anni dopo l'assunzione. Non sempre è possibile ristabilire l'equilibrio endocrino.
“Il paradosso del doping”, commenta il professor Giuseppe Chiumello che ha curato e descritto diversi pazienti ‘ex sportivi’ dirigendo il Centro di endocrinologia dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Università San Raffaele di Milano, “è che a medio e lungo termine comporta effetti generalmente opposti a quelli che si volevano raggiungere. Chi cerca di essere più forte rischia di ritrovarsi con un cuore a pezzi, ossa fragili e muscoli deboli. Chi vuole essere ‘più maschio’ si ritrova impotente e con tratti femminei. Chi vuole resistere al dolore perde la capacità di controllo su se stesso. Sembra quasi una dantesca ‘legge del contrappasso’”.
Conseguenze di competenza strettamente endocrina
Steroidi androgeni-anabolizzanti. Assumere testosterone aumenta la massa muscolare a prezzo di gravi conseguenze. Nel maschio si riducono volume e funzione dei testicoli, calo della libido, disfunzione erettile e riduzione della fertilità. Sempre nel maschio, la prolungata assunzione di ormoni, steroidi, anabolizzanti causa la trasformazione di una parte di questi ormoni in ormoni estrogeni con effetti di femminilizzazione (crescita delle ghiandole mammarie).
Il maschio che si è dopato con testosterone rischia di vivere, anche in giovane età, molti sintomi simili a quelli associati alla menopausa: come vampate di calore, sudorazione e insonnia, oltre a serie alterazioni epatiche e renali.
L'endocrinologo, oltre a cercare di ridurre queste conseguenze, suggerirà esami oncologici (un eccesso di testosterone aumenta il rischio di sviluppare fibrosi, cisti o tumori nell'arco della vita) e un esame attento delle arterie e della funzionalità cardiaca. Gli effetti indiretti del testosterone e degli altri ormoni anabolizzanti facilitano emorragie, trombosi, arresto cardiaco, ictus ed emorragia cerebrale. Sono descritte anche epatiti e diabete da eccesso di anabolizzanti.
Nella femmina, oltre a questi effetti oncologici e cardiologici, l'assunzione eccessiva di ormoni maschili porta alla scomparsa delle mestruazioni e conseguente impossibilità a procreare, depressione psichica, disturbi del metabolismo, perdita dei capelli e crescita di caratteri sessuali secondari maschili (peli sul viso e sul corpo, cambio della voce).
Corticotropina (ACTH). È un ormone fondamentale nel delicato equilibrio delle ghiandole surrenali. Assumerlo significa rischiare un’eccessiva o un’insufficiente produzione di corticosteroidi [per saperne di più leggi rispettivamente le pagine dedicate alle sindromi di Cushing e Addison], oltre agli effetti negativi descritti sopra parlando di steroidi anabolizzanti.
Gonadotropina Corionica. È utilizzata per stimolare la produzione di testosterone, soprattutto dagli atleti che cercano di 'curare' i danni alla funzione testicolare prodotta dall'eccesso di anabolizzanti e androgeni. L'effetto in realtà è scarso e, a medio termine, si ottiene esattamente l'effetto opposto: un’ulteriore atrofia delle ghiandole con conseguente impotenza 'coeundi et generandi' come dicevano i medici antichi, cioè disfunzione erettile e infertilità. Sono descritti anche tumori dei testicoli.
GH (ormone della crescita). Anche quando è necessario (es: nanismo) è un farmaco prescritto con grandissima cautela dagli specialisti, che ne conoscono i rischi. La sua somministrazione indiscriminata aumenta la massa muscolare ma provoca modificazioni scheletriche (crescita abnorme del cranio o dei piedi o delle mani) e aumenta il rischio di malattie cardiocircolatorie, diabete, artrosi e tumori.
Fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1). Anche l'assunzione di IGF-1 comporta crescita abnorme delle estremità corporee (testa, piedi mani), rigonfiamento dei tessuti molli (apnea notturna), diabete, osteo-artrite, problemi cardiocircolatori oltre a favorire probabilmente lo sviluppo di tumori.
Insulina. L'insulina utilizzata per il trattamento del diabete riduce il glucosio nel sangue provocando crisi ipoglicemiche. Nella persona non diabetica e quindi non adeguatamente informata, queste ipoglicemie possono passare inosservate e diventare talmente gravi da impedire la loro risoluzione. La crisi ipoglicemica severa può determinare convulsioni e una letargia simile al coma e richiede la somministrazione di glucagone. Un eccesso di insulina, soprattutto nella donna, potrebbe avere conseguenze serie di tipo oncologico.
Glucocorticosteroidi. Queste molecole, simili al cortisone, vanno utilizzate con cautela nei soggetti malati. Nelle persone sane gli effetti secondari possono essere ancora più gravi: a breve ritenzione di liquidi e iperglicemia (è descritto un ‘diabete da cortisonici’); a medio e lungo termine infezioni sistemiche (cataratta e problemi cardiovascolari). Paradossalmente un abuso di queste sostanze porta all’indebolimento di muscoli, cartilagini, legamenti e osteoporosi.
Conseguenze di competenza cardiologica e/o psichiatrica
Farmaci antidepressivi. Abusate per resistere alla fatica, provocano nell'immediato un pericoloso aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, predisponendo anche sul medio e lungo termine a infarti e fibrillazioni e rischi di emorragia cerebrale. L'endocrinologo suggerirà un’attenta valutazione della funzionalità cardiaca-respiratoria e il confronto con un cardiologo.
Farmaci per la cura del dolore. Possono dare euforia aumentando la resistenza fisica. Possono rapidamente creare dipendenza fisica e psicologica che richiede un’attenta terapia da parte di uno psichiatra o di un centro specializzato.
Beta-2 agonisti. L'effetto broncodilatatore – e in alcuni casi anche anabolizzante – altera il ritmo cardiaco e la pressione, con conseguenti cefalee, insonnia, nausea, tremori e irritabilità.
Beta-bloccanti. Migliorano la funzione cardiaca a breve termine ma oltre a rallentare la risposta agli stimoli improvvisi e ridurre il desiderio sessuale, se assunti in modo inappropriato possono portare insufficienza cardiaca fino al blocco, asma, depressione, allucinazioni, convulsioni.
Trasfusioni o autotrasfusioni. Sono molto pericolose in quanto un aumento del volume di sangue circolante in una persona sana sottopone l'apparato cardiocircolatorio a un sovraccarico, con rischio di infarto, ischemia e ictus.
Eritropoietina (Epo). Stimola la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo, rende il sangue denso impedendone un flusso scorrevole. Ne possono conseguire ischemie, infarti e ictus, infarto intestinale, emorragia retinica, shock emolitico, nefrite, ittero e leucemie.