Veleni per le ghiandole
Diverse molecole potrebbero alterare, con ripetute assunzioni involontarie nel corso del tempo, il delicato equilibrio ormonale di bambini e adulti. È possibile che la loro diffusione sia fra le cause dell’aumento di casi di diabete, tiroidite e obesità.
Si chiamano interferenti endocrini, un gran numero di molecole o sostanze che alterano l'equilibrio endocrino delle persone.
L'esposizione crescente a queste sostanze potrebbe essere tra le cause di una serie di problemi di salute molto diffusi quali: l'aumento dei casi di diabete e di tiroidite, la ridotta fertilità dei maschi e delle femmine, l'obesità e l’aumento di certi tumori 'ormono-sensibili'. Anche l'aumento dell'incidenza di alcuni disturbi neurologici e psichiatrici è stata messa in relazione agli interferenti endocrini.
Come agiscono gli interferenti endocrini
Molte funzioni chiave dell’organismo avvengono grazie agli ormoni prodotti da una serie di ghiandole. Gli interferenti endocrini non agiscono tanto sulla produzione degli ormoni quanto sulla loro azione.
Gli ormoni, infatti, funzionano attivando dei ‘recettori’ posti sulla superfice delle cellule. Gli interferenti endocrini possono disattivare i recettori rendendo inefficace l’ormone o possono attivare il recettore anche in mancanza dell’ormone o aggiungendosi a esso.
Nel primo caso non avviene anche in presenza dell'ormone. Nel secondo caso una reazione avviene anche in mancanza dell'ormone. Meno spesso gli interferenti endocrini interferiscono con la sintesi, secrezione, trasporto, legame ed eliminazione degli ormoni.
Gli interferenti endocrini non sono 'veleni' a effetto immediato. La loro azione si esercita nell’arco del tempo con un meccanismo spesso variabile e con manifestazioni diverse da caso a caso. Questo rende difficile identificare la loro azione.
Le sostanze più spesso accusate di influire sull’equilibrio endocrino fanno parte delle famiglie degli idrocarburi policiclici aromatici, benzene, diossina, ftalato, perfluorato, bisfenolo A. Troviamo queste molecole in pesticidi, insetticidi, disinfettanti, vernici e imballaggi.
Difficile provare la ‘colpevolezza’ in modo assoluto
Queste sostanze possono essere assunte attraverso gli alimenti o possono essere presenti nell’aria. Sia la coltivazione, sia la lavorazione, sia l’imballaggio degli alimenti potrebbero portare nell’organismo degli interferenti endocrini.
Tuttavia, la relazione causale fra l’esposizione a una sostanza e il suo effetto nell'uomo non è facile da provare e questo rende difficile proibirne l’utilizzo. A tutt'oggi l'Unione Europea ha selezionato 564 sostanze sospettate di essere interferenti endocrini, 147 delle quali sono persistenti nell'ambiente o sono prodotte in notevoli quantità. Solo per 66 sostanze c’è la prova che potrebbero agire come interferenti endocrini, mentre per 52 c'è solo qualche prova della loro azione. Tuttavia è possibile che due sostanze che singolarmente non hanno effetto, siano interferenti endocrini se vengono assunte dallo stesso organismo (effetto cocktail).
Principio di precauzione e norme mondiali
“A mio parere”, afferma il professor Giuseppe Chiumello, che è stato presidente la Società Italiana di Pediatria Preventiva, una società scientifica che si è occupata tra le prime in Italia di questi aspetti, “non è possibile attendere che la pericolosità di una sostanza sia provata ‘oltre ogni legittimo dubbio’. Dovrebbe prevalere un ‘principio di precauzione’ che faccia scattare interventi anche davanti al forte sospetto di un’azione negativa da parte di una sostanza largamente utilizzata. Purtroppo”, prosegue Chiumello, per decenni docente all’Università di Milano - San Raffaele, “occorrono norme mondiali perché la circolazione di queste sostanze nell'atmosfera e nelle filiere alimentari rende poco efficiente una loro regolamentazione solo locale”.